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2. L’annuncio di Gesù sul Regno di Dio/ dei cieli: una diversa comprensione tra protologia ed escatologia

Halakhah di Gesù

  • 13 Gen 2024
  • 14:30
  • Centro Studi San Maiolo - Veveri | Via Verbano, 113 - 28100 Novara
Descrizione evento


Tipo incontro: Conferenza
Con: don Silvio Barbaglia, biblista
Ciclo: Dal Gesù testimoniato al Cristo testificato
Sezione: Bibbia e Teologia

DURATA. L'incontro dura 3 ore.

PER PARTECIPAZIONE ONLINE. Il link per collegarsi viene inviato via email agli iscritti al corso.

 

PRESENTAZIONE: Un aspetto oggi particolarmente discusso nei dibattiti storici consiste nel giudizio sintetico, funzionale a definire in poche parole la linea di tendenza entro la quale il Gesù della storia si sarebbe collocato in continuità con il contesto giudaico del suo tempo. La definizione di «profeta apocalittico o escatologico», molto diffusa tra gli studiosi attuali, conduce a riprendere in mano uno degli aspetti che maggiormente hanno dettato legge in questa direzione, ovvero la comprensione della categoria di «Regno di Dio/ dei cieli», appartenente alla predicazione del Nazareno. L’elaborazione di una possibile halakhah emergente dall’insegnamento di Gesù può permettere di ricollocare tale categoria entro un quadro omogeneo, fondato sulle Scritture giudaiche, in una valorizzazione della prospettiva protologica dei racconti fondatori dell’apertura della Torah. In tale quadro di comprensione sarebbe possibile ricollocare anche l’aspetto escatologico ed apocalittico della predicazione di Gesù.

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L’annuncio di Gesù sul Regno di Dio/dei cieli: una diversa comprensione tra protologia ed escatologia
13 Gennaio 2024

Halakhah di Gesù

Conferenza di don Silvio Barbaglia, biblista

Un “big man”, amplificato dalla narrazione evangelica rispetto ai suoi contorni reali. Così appare Gesù alla maggioranza degli studiosi, i quali, se ritengono che i Vangeli abbiano “romanzato” molti aspetti della sua vita, accettano però come dati storici alcuni loro elementi, tra i quali quello che Gesù, figlio del falegname, esercitasse a sua volta tale arte come unica sua competenza professionale; egli sarebbe stato quindi analfabeta e non istruito nelle scritture, e perciò la sua sapienza “divina”, superiore a quella degli scribi, sarebbe quindi inventata dai testi. Ma sarebbe anche possibile, e più naturale, pensare al contrario che Gesù, che i Vangeli dipingono come appassionato della Parola, si sia dedicato a essa fin dalla giovinezza formandosi a scuole scribali fino ad acquisirne altissime competenze; i Vangeli avrebbero quindi omesso accenni a questi suoi studi nel racconto della sua infanzia per indurre a pensare a una scienza potentemente “infusa” dall’alto, come parte del suo rapporto figliale con Dio. Un Gesù scriba e rabbì, quindi – come effettivamente è chiamato nei testi evangelici – e dotato di una sua interpretazione personale delle Scritture, che diventa il programma di vita suo e dei suoi seguaci, chiamati a lasciare le famiglie di appartenenza e tutte le loro proprietà, per dedicarsi interamente all’annuncio e alla predicazione, itinerando senza sosta nel territorio di Giuda e Israele. Un programma che Gesù appare trarre dai primi tre capitoli della Genesi, in cui l’uomo “lascia suo padre e sua madre” unendosi per sempre alla donna che ama, e vive dei frutti del giardino di Eden, senza bisogno di lavorare la terra, prima che l’ingresso del peccato sulla scena del mondo sconvolga il piano iniziale di Dio. L’itinerare nella terra di Israele sarebbe simile al passeggiare di Dio nel giardino di Eden, alla ricerca dell’uomo peccatore, come presenza che distingue tra luce e buio e chiama alla conversione. Gesù si pone quindi come nuovo Adamo, fedele al piano di Dio come prima della caduta, e il “regno dei cieli” è appunto lo stile di vita della comunità dei discepoli, che mettono in atto questo ritorno alla signoria di Dio che regnava incontrastata nell’Eden. Gesù, come Adamo, sarebbe quindi uomo nuovo, direttamente creato da Dio a sua immagine, e per questo i racconti di Luca e Matteo ne descrivono la venuta al mondo per concepimento divino nel grembo di una vergine, compiendo l’annuncio profetico di Isaia, in una visione escatologica saldamente fondata sulla protologia della Genesi.